Il “digitale umano”: riflessioni di fine anno sulla tecnologia nelle aziende
SOMMARIO
Dalle ricerche di settore alla quotidianità lavorativa delle medie imprese manifatturiere italiane
Digital Transformation: tra il dire e il fare
Accompagnare il cambiamento
Il digitale al servizio dell’uomo
Dalle ricerche di settore alla quotidianità lavorativa delle medie imprese manifatturiere italiane
Quando si avvicina la fine dell’anno viene il tempo di bilanci e previsioni. Soprattutto di previsioni, a dire la verità. Già da qualche settimana web e riviste specializzate hanno pubblicato le ultime ricerche in merito ai trend tecnologici del 2018.
In un recente articolo, la rivista Forbes descrive le tecnologie e i modelli che saranno protagonisti del prossimo anno: Internet of Things, Realtà Aumentata, Blockchain e naturalmente Cloud, Data Analyitcs, Business Automation e molto altro. Per dirla in breve: si prospetta la piena realizzazione di quella che in inglese è detta digital transformation e che in italiano è tradotta spesso come digitalizzazione della cultura aziendale.
Ma andando oltre la pagina scritta delle ricerche di settore (quasi sempre uscite dal panorama americano) e mettendo le mani nella quotidianità delle aziende manifatturiere italiane cosa troviamo? È effettivamente questa la realtà? Cosa significa affrontare questa digital transformation? Sono domande ambiziose e non pretendiamo di dare una risposta assoluta, vogliamo solo condividere il nostro punto di vista, a conclusione di un anno particolarmente intenso.
Digital Transformation: tra il dire e il fare
Anche nella medie imprese manifatturiere italiane si è fatto strada un gran desiderio di cambiamento. Desiderio che non sempre è accompagnato dalla volontà: tra desiderare e volere, tra decidere quale strada percorrere e iniziare a camminare passa sempre del tempo, è fisiologico.
Percepire che è giunto il momento di cambiare qualcosa per poter continuare a crescere ed evolvere provoca allo stesso tempo entusiasmo e timore. E in prima battuta, vince quasi sempre il secondo, soprattutto quando non ci sentiamo con l’acqua alla gola. Perché per affrontare un cambiamento, per decidere di rimettersi in discussione, non basta un sentore, occorre sviluppare una consapevolezza.
L’abbiamo visto su noi stessi un anno fa, quando abbiamo deciso di rinnovare la nostra immagine, l’identità aziendale, il modo di comunicare con i clienti. Sapevamo che il modo in cui ci eravamo raccontati finora non ci rappresentava più, ma tra il dirlo nel chiuso del nostro ufficio e il decidere di rimetterci in gioco sono passati mesi di riflessioni e numerosi momenti di confronto, sia interno che esterno.
Lo stesso è accaduto con alcuni dei nostri clienti che pur esprimendo in modo più o meno esplicito il desiderio di cambiare il modo in cui gestivano i propri flussi di lavoro attraverso la tecnologia, erano frenati dal pensiero di affrontare nel concreto una simile ristrutturazione aziendale.
È vero che Cloud, elaborazione dei Big Data, Business Automation sono trend che dominano il mercato internazionale già da qualche tempo e si sono già affermati in molte grandi aziende italiane, ma non possiamo ignorare che molte medie imprese guardano ancora a queste innovazioni con diffidenza. Un po’ per mancanza di informazioni concrete a supporto della loro effettiva capacità di migliorare l’efficienza produttiva e la competitività, un po’ perché, a guardarle da fuori, sembrano implicare una bella mole di investimenti e rischi: dalla sicurezza informatica, alla ulteriore formazione dei dipendenti, dall’implementazione di software più avanzati, all’inserimento di figure professionali completamente nuove con cui relazionarsi. Si tratta di ristrutturare il metodo di lavoro, acquisire nuove competenze e, soprattutto, di aprirsi a una nuova mentalità: in poche parole si tratta di costruire una nuova cultura aziendale. Non è cosa da poco.
Accompagnare il cambiamento
Da parte nostra abbiamo capito che davanti a questo fenomeno non possiamo certo stare a guardare, ma dobbiamo cercare di accompagnare i nostri clienti in questa presa di consapevolezza. Nell’ultimo anno, infatti, il tempo dedicato agli incontri, alle demo del software in azienda, all’ascolto delle esigenze, al confronto con i diversi responsabili aziendali è cresciuto in maniera esponenziale. A dire la verità è diventato il fulcro della nostra attività lavorativa, mia, di Gianni e di tutto il team: abbiamo deciso di porci sempre più vicini alle persone per costruire un ponte stabile e invitante tra i loro problemi quotidiani e le soluzioni tecnologiche che siamo in grado di proporre. Può suonare strano, ma è su questo fronte, quello umano e relazionale, che si gioca la nostra battaglia, non tanto su quello tecnologico: la tecnologia utile è fatta dalle persone per le persone, altrimenti è solo una scatola vuota. E il nostro impegno primario è riempire quella scatola.
Il digitale al servizio dell’uomo
Siamo abituati a sentir dire che la tecnologia evolve rapidamente, ma in realtà siamo noi che dettiamo la sua evoluzione per soddisfare esigenze complesse in modi sempre più semplici.
Quello che troppo spesso non si dice è che, nel nostro settore, informarsi, studiare, aggiornarsi continuamente sulle risorse tecniche che l’innovazione mette a nostra disposizione è solo il primo passo. Il difficile viene dopo, quando è il momento di interrogarsi sulle applicazioni, su cosa è utile e in quali maniere, su cosa può sostituire l’esistente per ottenere risultati migliori e quali sono i costi e i benefici per gli utilizzatori. Capito questo bisogna costruire il ponte tra l’innovazione e la quotidianità aziendale, fatta di persone con competenze diverse, problematiche da affrontare, scadenze da rispettare, risultati da produrre e una serenità da mantenere. Il nostro lavoro consiste in questo.
Questo modo di lavorare ci ha portato dei risultati? Sicuramente sì: abbiamo rafforzato le sinergie con i nostri clienti e con molti di loro stiamo evolvendo insieme. Con altri, siamo ancora agli inizi.
Del resto, anche quando la volontà di trasformazione non è espressa in modo esplicito, le richieste dei clienti si fanno sempre più serrate e complesse, sempre più specifiche e mirate e sappiamo che per soddisfarle non basta offrire loro una soluzione tecnologica, occorre concretizzarla in un’applicazione modellata sulla loro realtà, che sia facile da implementare, sostenibile nel tempo e capace di evolversi.
Così, quando tutti parlano di digitalizzazione della cultura aziendale, noi preferiamo pensare a come umanizzare la cultura digitale per farla entrare con successo nella quotidianità delle aziende con cui lavoriamo. A come creare un “digitale umano”.
E con questo, vi auguriamo un felice Natale e un nuovo anno all’insegna di una tecnologia sempre più sostenibile, accessibile, umana.
Arrivederci al 2018.
Emilio Ferrini
Specialista in software ERP e analisi dei processi | Co-fondatore di Uno Sistemi srl
Da oltre trent'anni mi occupo di sistemi ERP per il settore moda e nel 1983 ho fondato Uno Sistemi insieme a Gianni Petroselli. All’interno dell’azienda seguo soprattutto le fasi di analisi, progettazione e configurazione del software, ma mi occupo anche di formazione e assistenza per aiutare i nostri clienti a implementare e gestire le soluzioni informatiche più adatte alle loro esigenze.